Un critico di Time Magazine ha una
volta definito gli Arcade Fire un incrocio tra i Clash e il Cirque Du
Soleil. Centro perfetto.
Per Terry Gilliam, che ne ha curato
la regia dal vivo in occasione di un concerto, si tratta di “
musicisti giovani e talentuosi”. E detto dall'ex Monthy Python...
E poi c'è Tarik Minou, visual
artist con collaborazioni al fianco di Moment Factory, i geniali
super-nerds ideatori di allestimenti di metafisica bellezza
come Lights In The Sky e Tension 2013, creazioni al cui
confronto le megalomanie di bands come U2 e Coldplay si
riducono a giocattoli per bambini.
Ma cosa accomuna questi nomi: Arcade
Fire, Tarik Minou, Moment Factory? È presto svelato: tutti loro sono
canadesi dell'area di Montreal.
Dalla notte dei tempi, i circoli
intellettuali ed artistici sono risultati essere frutto di
germinazioni che, originanti dalla figura del cosiddetto padre
fondatore, sono concresciute in loco, conferendo loro una
precisa connotazione e collocazione geografiche. Classicismo,
romanticismo, impressionismo, circolo di Vienna, gruppo dei sei,
dadaismo, modernismo, jazz. Salisburgo, Vienna, Parigi, Zurigo,
Trieste, Chicago.
Ed oggi, anno 2017, Montreal, Québec.
Questa comunanza, per tornare ai
protagonisti del post, non può essere un caso. Siamo di
fronte ad un movimento di arte video-grafica senza – o con pochi –
precedenti. I nomi che ruotano intorno a quest'area, e quelli che ad
essi si affiliano, producono da anni vere e proprie opere che,
ibridando musica, immagine e danza moderna, si pongono come e veri e
propri fulcri di influenza ed avanguardie di comunicazione.
Esattamente le caratteristiche di
Creature Comfort, il
bellissimo videoclip degli Arcade Fire per la regia di Tarik
Minou.
La location è al chiuso, un
non luogo dove i nostri appaiono in tenuta da concerto. Siamo in
assenza di pubblico, ma l'illuminazione (rigorosamente luce bianca a
rompere un buio altrimenti totale) è quella tipicamente
stroboscopica impiegata negli spettacoli dal vivo. Quattro di loro
stanno ordinatamente disposti in campo, li vediamo cioè impegnati a
suonare. Il cantante, in primo piano, impalla invece sistematicamente
la visuale per l'intero brano, camminando dentro e fuori campo. In
mano non ha un microfono, bensì una torcia led, accesa,
impiegata a guisa. Giungono i primi versi, e con essi i sottotitoli a
scorrimento, stile Times Square, con il testo della canzone. Si va
avanti così per cinque minuti scarsi, fino a quando il brano non
termina in quello stesso buio totale rotto agli inizi dal martellare
del sintetizzatore. Fine.
Il testo di Creature Comfort
- titolo di difficilissima traduzione - si incentra sul tema del
narcisismo dell'apparire (Stand in the mirror and wait for
the feedback). E dell'apparire
non per come ognuno di noi è o sente di voler essere, ma per come
entità terze ci vogliono vedere (il web,
la televisione, i conoscenti, la famiglia, a volte persino la
scuola). La sofferenza, da parte della protagonista del brano,
nell'apparire corrispondente alla visione altrui (God make
me famous / if you can't just make it painless),
è qui accentuata dall'incapacità, dalla mancanza di sensibilità,
di coloro a lei più vicini, a comprenderne i segnali (She
told me she came so close): il
grido disperato, il bisogno di trovare l'alternativa a questa
eterodirezione della propria persona ed il 'conforto' di una presenza
amica (it's not painless / She was a friend of mine),
di una persona in carne ed ossa.
Rancori,
suicidio, conformismo, cecità ai valori che ci circondano (Born
in a diamond mine); ma anche
speranza, ricerca della propria identità. Sono temi di rilevanza
assoluta. Tutti.
La
camminata nevrotica ed incessante di Win Butler, cantante degli
Arcade Fire, è la chiave di lettura di questo videoclip.
Trasmette un'urgenza comunicativa di assoluta efficacia e genialità.
Trascende ogni forma proprio di quel doloroso apparire narrato nel
testo (osservate:i primi versi sono cantati fuori inquadratura). I
sottotitoli evidenziano nello spettatore l'incapacità di noi moderni
ad ascoltare e comprendere le parole che ci sono rivolte. Come in
molta dell'odierna informazione, lo scorrere della notizia nella
notizia sembra l'unico modo per attivare la nostra attenzione e la
nostra sopita sensibilità.
Ma in questo
video – prestate attenzione – i due messaggi, il testo ed il
sottotitolo, coincidono.
Penso non si
possa pretendere, da un'opera d'arte, maggiore speranza – e
bellezza - di questa.