Mi sia concessa qualche parola su
mamma Anna, quella che, scritta una lettera aperta a Lorenzo
Jovanotti, imputandogli ironicamente – dice lei – la sterilità
della figlia (“Caro
Lorenzo Jovanotti, sappi che ti ritengo in parte responsabile del
fatto che io non sia ancora diventata nonna.”), sta
godendo del suo momento di celebrità web, con tanto di
apprezzamenti e attacchi all'insegna della cattiveria gratuita – o
cyberbullying.
A parte la morbosità di una madre
che, ironicamente o no, si occupa della vita sessual-riproduttiva,
sessual-godereccia o sessual-sentimentale della figlia, è chiaro che
pargoletta, in casa, non deve aver trovato molte alternative
discografiche al Jovanotti. Un mio professore delle superiori –
stronzo, ma sempre sul pezzo, colto e competente – disse, a
riguardo dell'allora nascente fenomeno Cherubini: “Se ascolti
Jovanotti, te lo meriti.”. È l'equivalente musicale del fenomeno
Volo, sebbene quest'ultimo sia di più recente fabbricazione: se è
questo che mamma e papà ti fanno trovare sugli scaffali della
libreria, hai voglia risalire.
I miei gusti musicali, in famiglia,
non sono mai stati oggetto di condivisione (troppo estremi, troppo
sofisticati per un contesto musicalmente analfabeta). Me la immagino
proprio, mia madre, che scrive una lettera a, che ne so, Tom Araya
(“Sa, signor Araya, penso sia colpa sua se la fedina penale di mio
figlio, che ascolta incessantemente la Sua musica, è lunga come uno
scontrino dell'Ikea”, ecc., ecc.). Ma è questo il punto di forza
psicologico dei gusti musicali di gioventù: ti differenziano da
mamma e papà. Ti offrono una prima opportunità in quella direzione.
Qui siamo di fronte, invece, ad una coppia di genitori che lungi dal
deprecare i gusti della figlia, si sostituiscono a questa scrivendo
al suo idolo, e se ne vanno a celebrare l'anniversario di matrimonio
a Cortona (paese di residenza del Cherubini). Non posso, in questo
frangente, esimermi dal citare che questo tipo di dinamica è stato
tecnicamente descritto da Massimo Recalcati ne Le Mani Della Madre,
al capitolo La Madre Narcisitica. Buona lettura, quindi.
Mamma Anna si lamenta - sempre
ironicamente, dice lei – dell'eccessiva idealizzazione del partner
maschile riscontrabile in ogni santo disco di Jovanotti. Intanto, per
fare l'ironica, ha in tal modo affermato che i dischi dell'idolo di
sua figlia sono tutti uguali, profetizzando persino che tale sarà il
prossimo (“Tu,
caro il mio Lorenzo, che fai? Pubblichi un altro cd….e allora dillo
che vuoi rovinarci!”). E difatti, per scongiurare questa
gufata, il sito web di Radio DeeJay - l'emittente che,
lanciato il Cherubini 30'anni or sono, ne detiene da allora una
considerevole quota azionaria - è corsa a comunicarci che questo
disco sarà prodotto da niente meno che Rick Rubin, re Mida della
produzione, l'eminenza grigia dietro molti tra i più importanti
dischi degli ultimi 35 anni. Insomma: una serie di porte viene
spalancata con sconsiderata irruenza.
Dal momento che Rick Rubin ha
effettivamente prodotto alcuni tra i miei dischi preferiti di sempre,
mi sembra proprio che noi si sia di fronte alla conclamata fine
dell'innocenza. Se un personaggio come lui, dopo avere firmato
registrazioni eccellenti per Run DMC, Slayer, Damien Rice, Metallica,
Red Hot Chili Peppers, The Cult, Johnny Cash, God Lives Underwater e
quanto altro di meglio vi sia in circolazione; se un personaggio
così, dicevo, finisce col produrre l'ultimo disco di Lorenzo (non il
personaggio di Guzzanti: Cherubini), significa che, una volta
staccato l'assegno secondo le istruzioni impartite, il signor Rubin è
disposto a produrre anche il complesso dell'oratorio e vaffanculo a
tutto.
A chi la pensa come me, mamma Anna ha
dato del “leone da tastiera”, definizione - questa sì –
ironica, ma non in grado di metterla a sufficiente riparo da critiche
fondate.
Dopo attenta valutazione, invece, di
concerto con il proprio ufficio-stampa a camere riunite, è giunta,
immancabile, la risposta di Jovanotti, a sostegno – figuriamoci –
dell'incompresa mamma Anna. Entrambi a sottolineare che si trattava
di uno scherzo, naturalmente non compreso da tutti quelli come me.
Ma non è quello che faceva, a giorni
alterni, Silvio Berlusconi quando ci amministrava? Non era sempre il
fraintendimento a caratterizzare la nostra disapprovazione alle sua
'barzellette' – ricordate? -?
Dov'erano, a quel tempo, Jovanotti e
mamma Anna? Occupati, forse, a contattare il signor Rubin?