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walked over to him, showing no panic or particular hurry, stooped,
turned him on his back and looked onto his face. He was still alive
but fading.
'Amanda Jane, mi hija,' said the gunman and used the sixth shot to shred his entrails.
'Amanda Jane, mi hija,' said the gunman and used the sixth shot to shred his entrails.
. . . si avvicinò,
senza mostrare panico o particolare fretta, si sporse in avanti e lo
girò sulla schiena, per guardarlo in faccia. Era ancora vivo, ma per
poco.
'Amanda Jane, mi hija,' disse l'assalitore, ed usò il sesto colpo per farne a pezzi le interiora.
'Amanda Jane, mi hija,' disse l'assalitore, ed usò il sesto colpo per farne a pezzi le interiora.
Frederick Forsyth,
Avenger
(Libera traduzione di Stefano Parenzan)
(Libera traduzione di Stefano Parenzan)
Per il mestiere che faccio, debbo
maggiore accortezza, rispetto ad altri, nel guardarmi da illeciti
insidiosi, quale l'istigazione a delinquere o l'apologia di reato.
Ma come padre di una bambina di pochi
anni non posso esimermi da angoscianti, terrificanti
riflessioni ogni qual volta il femminicidio conquista la prima pagina
- grazie ad efferatezze come quelle del rogo di Roma.
Al fine di tutelarmi, quindi, da
conseguenze penali, fornirò di seguito un esempio per interposta persona.
Un conoscente particolarmente gentile nei miei confronti non manca mai, ad ogni incontro, di
chiedere notizie di mia figlia. Lo aggiorno puntualmente con grande piacere ed orgoglio, per poi ricambiare l'interessamento chiedendo della sua, ragazza adolescente, brava studentessa e, dallo scatto che
mostra me sul telefono, dotata di un bellissimo aspetto. Miro al suo meritato
compiacimento chiedendogli con quali metodi dissuasivi egli tenga a
bada il codazzo di boys che immagino infestino il vialetto di
casa sua. Risponde che, come
molti papà, anch'egli vive questo momento in uno stato di leggera ma
costante allerta, frutto non solo di un sano istinto naturale,
ma anche dei fatti di cronaca di cui sopra. Dice di essere
recentemente giunto ad una triste consapevolezza. E cioè che se
domani dovesse toccare lui il ruolo di padre di una figlia minacciata
di morte per questioni sentimentali, l'ingrato ruolo che lo attende
sarebbe quello della sfida all'eliminazione, a costo di soccombere
egli stesso. Highlander. Ne resterà uno solo. Si sa che le
denunce non sortiscono effetto, dice. E che, spesso, è proprio la sottovalutazione dei fatti da parte
dei genitori a consentire a questa particolare specie di mostri
l'avverarsi dei loro sogni di sterminio. Quindi, conclude, egli si
ritroverebbe moralmente, fatalmente, al bivio
inazione/concretizzazione-della-minaccia o
eliminazione/costituzione-all'Autorità competente.
E qui mi fermo.
Una
persona che di problemi della psiche ne sa, mi dice, per tornare all'uccisore di Roma:
“Come si recuperano trent'anni di anafettività” - a suo parere
il retroterra comune a molti di questi soggetti -? (Il quesito è
chiaramente retorico: non si recuperano. All'erta, genitori tutti).
Ed è anche, in qualche modo, la tesi esposta nella bella e tragica
intervista
ad Umberto Galimberti, pubblicata da Wise Society in tempi non
sospetti (2011).
Se per i criminali incalliti,
pericolosi, letali, coloro che più o meno scientemente hanno scelto
l'illegalità, la prima, essenziale condizione per realmente portare
a compimento un'azione clamorosa ed inattesa è il non dirlo,
esattamente il contrario risulta essere invece per gli squilibrati -
storicamente e statisticamente più ciarlieri, sempre fedeli alle proprie promesse.
Se quindi vogliamo risparmiarci
un'esistenza all'insegna del raddoppio delle cifre percentuali
riguardanti l'omicidio (e lo vogliamo); se davvero vogliamo divenire
genitori con le identiche, naturali preoccupazioni per maschi e
femmine; se vogliamo evitare che la disperazione genitoriale si
tramuti in un aumento (potenziale) dei padri condannati al bagno
penale per essersi volontariamente sostituiti alla giustizia; se pensiamo che una società in mano alle donne sia degna di
plauso e di critica esattamente come quella maschilista odierna, urge
un cambio di mentalità (che ne dite di leggere qualche libro in
più?) ed una stretta in termini giurisprudenziali (la certezza della pena).
Ho seguito, in questi giorni,
l'avvincente vicenda di Virginia Raggi, giovane avvocatessa romana,
al ballottaggio per la carica di sindaco di Roma. E penso –
parallelo spontaneo – al caso Sadiq Khan, quarantenne legale dal
piglio ruspante, pakistano di origine e musulmano di religione,
attuale sindaco di Londra. Penso sia un po' (nessuno me ne voglia per
ciò che sto per dire) come immunizzarsi dal veleno assumendone
piccole dosi: se ne potrebbe persino riconoscere inattesi benefici.
Una società ancora pregiudizialmente ancorata ad una visione
patriarcale del femminile non può che trarre beneficio da una
attribuzione di responsabilità e potere come quella, altamente
simbolica, di cui dispongono oggi i romani. Esattamente come
concedere pieni poteri per la gestione della città più cosmopolita
del mondo al
figlio-di-quello-col-turbante-che-guidava-il-bus-a-due-piani. A costo
di passare per sostenitori dei Cinque Stelle pur se non lo siamo. Ne
vale.
Buona fortuna a tutti.