lunedì 28 marzo 2016

La Grande Bruttezza

To me you're nothin' but dogshit, you understand? And a lot of things can happen to dogshit. It can be scraped up with a shovel off the ground. It can dry up and blow away in the wind. Or it can be stepped on and squashed. So take my advice and be careful where the dog shits ya!
Per me non sei altro che merda di cane, hai capito? Ed un sacco di cose possono accadere alla merda di cane. Può essere scrostata da terra con una paletta. Può seccare e disperdersi al vento. O può essere pestata e spiaccicata. Quindi sta bene attento a dove il cane va a cacarti!
(Coraggio. . . Fatti Ammazzare, di Clint Eastwood, 1983.
Libera traduzione di Stefano Parenzan®)
Ascensore Per Il Patibolo
Ieri l'altro, in un ascensore di servizio, mi sono trovato a subire la convivenza forzata ed ineludibile di una clique di pessimi figuri. Il che ha indotto in me una riflessione: chi – o cosa - è una brutta persona?
Partiamo dal dato esteriore.
La suddetta clique risultava composita in maniera alquanto disturbante. Un conoscente, un adolescente, un adulto nella cinquantina, altri due adulti nei quaranta, giovane di età indefinita con faccia da amicone; sesso: M; abbigliamento disparato da A-Team; chi rasato chi no (l'adolescente glabro per ovvi motivi), sembravano tutti rispondere ai segnali dell'adulto cinquantenne – lo Hannibal Smith del gruppo (ma privo del fascino di George Peppard).
Saluto. Vengo ricambiato da uno solo di loro (l'adulto nei quaranta). Subito formalità per alleggerire l'imbarazzo (“come va?”). Hannibal chiarisce, molto sicuro di sé, che “alle due (del mattino, n.d.r.), di solito, si è in giro per ciulare”. Replico sarcastico che, per la mia esperienza, tutti coloro che ho incontrato a quell'ora del mattino se non venivano da una ciulata vi erano attesi di lì a poco. La clique non afferra e si limita a sorrisini compiaciuti (è chiaro che questi, di 'froci', non ne vogliono). Hannibal rincalza prendendosela con il mio copricapo (di lana, da rapper capelluto). “Poi, se ti vedono con quel cappello lì, ti fermano di sicuro.”
La corsa è finita. Esco dall'ascensore senza proferire ulteriore parola – ricambiato, in questo, con identica moneta -, e torno ai cazzi miei (bellissimi, i cazzi miei).
Rimuginando tra i predetti, mi si insinua nel cranio questo pensiero: figlia mia, diventa ciò che vuoi, nella vita. Ma non diventare – ti prego –, per nessuna ragione, anche solo lontanamente come le brutte persone che ho appena incontrato. Non farlo per amore di tuo padre: devi farlo per amor proprio.
Il Buono, Il Brutto & Il Cattivo.
Parte I - (Il Brutto)
Una brutta persona è colui/colei che risulta sempre e comunque prevedibile. Non sto parlando di persone con pregiudizi. Chi, di fronte al nuovo e al diverso da sé risponde con il pregiudizio, è persona, in genere, psicologicamente intelligente. Per troppo tempo il pregiudizio è stato visto e vissuto esclusivamente nella sua accezione negativa – che confonde l'avere un pregiudizio con il vivere di pregiudizio. Se tutto quanto ci è sconosciuto non genera in noi una risposta pregiudiziale, significa, quanto meno, che il nostro pensiero, la nostra personale visione delle cose, manca di un indirizzo coerente con il nostro particolare sentire. La brutta persona è quasi sempre sconfinante nel comico o nel tragico – o in quella particolare forma del grottesco che è il tragicomico. È ambigua nel vestire, nel senso che – lungi dall'affermare che l'abito fa il monaco – ostenta di proposito un abbigliamento in grado di garantire ad essa una connotazione socialmente accettata - e puntualmente non corrispondente alla sua vera, aberrante natura. La brutta persona – da non confondersi con il malvagio – non mira a circuire il prossimo: semplicemente lo trascina nel gorgo dell'abbruttimento generato dalla sua intrinseca natura (mai sentito parlare di persona senza arte né parte?). Abita il luogo comune senza averne mai veramente analizzato le implicazioni. Vuole risultare simpatica e brillante al solo fine di vedere confermata la propria pseudo-filosofia di vita - e disconfermata quella altrui. Si circonda di esseri miseri, tali per il solo fatto di non avere la forza per reagire ad un spinta in realtà nulla. Manca di senso della spazialità. Non conosce, non approfondisce, non ama. La brutta persona dissimula al punto da non potersi mai dire quando scherza e quando no. Come una sorta di Gozzilla senza storia, si nutre della chiacchiera, del sentito dire, di ogni argomento strumentale alla sua esistenza priva di senso – ingredienti che restituisce ad ogni occasionale incontro metabolizzati nella foggia della propria persona.

Morale: il futuro è nelle scale.

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