mercoledì 8 giugno 2016

V Come Vendetta

. . . walked over to him, showing no panic or particular hurry, stooped, turned him on his back and looked onto his face. He was still alive but fading.
'Amanda Jane, mi hija,' said the gunman and used the sixth shot to shred his entrails.
. . . si avvicinò, senza mostrare panico o particolare fretta, si sporse in avanti e lo girò sulla schiena, per guardarlo in faccia. Era ancora vivo, ma per poco.
'Amanda Jane, mi hija,' disse l'assalitore, ed usò il sesto colpo per farne a pezzi le interiora.
Frederick Forsyth, Avenger
(Libera traduzione di Stefano Parenzan)
Per il mestiere che faccio, debbo maggiore accortezza, rispetto ad altri, nel guardarmi da illeciti insidiosi, quale l'istigazione a delinquere o l'apologia di reato.
Ma come padre di una bambina di pochi anni non posso esimermi da angoscianti, terrificanti riflessioni ogni qual volta il femminicidio conquista la prima pagina - grazie ad efferatezze come quelle del rogo di Roma.
Al fine di tutelarmi, quindi, da conseguenze penali, fornirò di seguito un esempio per interposta persona.
Un conoscente particolarmente gentile nei miei confronti non manca mai, ad ogni incontro, di chiedere notizie di mia figlia. Lo aggiorno puntualmente con grande piacere ed orgoglio, per poi ricambiare l'interessamento chiedendo della sua, ragazza adolescente, brava studentessa e, dallo scatto che mostra me sul telefono, dotata di un bellissimo aspetto. Miro al suo meritato compiacimento chiedendogli con quali metodi dissuasivi egli tenga a bada il codazzo di boys che immagino infestino il vialetto di casa sua. Risponde che, come molti papà, anch'egli vive questo momento in uno stato di leggera ma costante allerta, frutto non solo di un sano istinto naturale, ma anche dei fatti di cronaca di cui sopra. Dice di essere recentemente giunto ad una triste consapevolezza. E cioè che se domani dovesse toccare lui il ruolo di padre di una figlia minacciata di morte per questioni sentimentali, l'ingrato ruolo che lo attende sarebbe quello della sfida all'eliminazione, a costo di soccombere egli stesso. Highlander. Ne resterà uno solo. Si sa che le denunce non sortiscono effetto, dice. E che, spesso, è proprio la sottovalutazione dei fatti da parte dei genitori a consentire a questa particolare specie di mostri l'avverarsi dei loro sogni di sterminio. Quindi, conclude, egli si ritroverebbe moralmente, fatalmente, al bivio inazione/concretizzazione-della-minaccia o eliminazione/costituzione-all'Autorità competente.
E qui mi fermo.
Una persona che di problemi della psiche ne sa, mi dice, per tornare all'uccisore di Roma: “Come si recuperano trent'anni di anafettività” - a suo parere il retroterra comune a molti di questi soggetti -? (Il quesito è chiaramente retorico: non si recuperano. All'erta, genitori tutti). Ed è anche, in qualche modo, la tesi esposta nella bella e tragica intervista ad Umberto Galimberti, pubblicata da Wise Society in tempi non sospetti (2011).
Se per i criminali incalliti, pericolosi, letali, coloro che più o meno scientemente hanno scelto l'illegalità, la prima, essenziale condizione per realmente portare a compimento un'azione clamorosa ed inattesa è il non dirlo, esattamente il contrario risulta essere invece per gli squilibrati - storicamente e statisticamente più ciarlieri, sempre fedeli alle proprie promesse.
Se quindi vogliamo risparmiarci un'esistenza all'insegna del raddoppio delle cifre percentuali riguardanti l'omicidio (e lo vogliamo); se davvero vogliamo divenire genitori con le identiche, naturali preoccupazioni per maschi e femmine; se vogliamo evitare che la disperazione genitoriale si tramuti in un aumento (potenziale) dei padri condannati al bagno penale per essersi volontariamente sostituiti alla giustizia; se pensiamo che una società in mano alle donne sia degna di plauso e di critica esattamente come quella maschilista odierna, urge un cambio di mentalità (che ne dite di leggere qualche libro in più?) ed una stretta in termini giurisprudenziali (la certezza della pena).
Ho seguito, in questi giorni, l'avvincente vicenda di Virginia Raggi, giovane avvocatessa romana, al ballottaggio per la carica di sindaco di Roma. E penso – parallelo spontaneo – al caso Sadiq Khan, quarantenne legale dal piglio ruspante, pakistano di origine e musulmano di religione, attuale sindaco di Londra. Penso sia un po' (nessuno me ne voglia per ciò che sto per dire) come immunizzarsi dal veleno assumendone piccole dosi: se ne potrebbe persino riconoscere inattesi benefici. Una società ancora pregiudizialmente ancorata ad una visione patriarcale del femminile non può che trarre beneficio da una attribuzione di responsabilità e potere come quella, altamente simbolica, di cui dispongono oggi i romani. Esattamente come concedere pieni poteri per la gestione della città più cosmopolita del mondo al figlio-di-quello-col-turbante-che-guidava-il-bus-a-due-piani. A costo di passare per sostenitori dei Cinque Stelle pur se non lo siamo. Ne vale.

Buona fortuna a tutti.

Nessun commento:

Posta un commento