To
me you're nothin' but dogshit, you understand? And a lot of things
can happen to dogshit. It can be scraped up with a shovel off the
ground. It can dry up and blow away in the wind. Or it can be stepped
on and squashed. So take my advice and be careful where the dog shits
ya!
Per
me non sei altro che merda di cane, hai capito? Ed un sacco di cose
possono accadere alla merda di cane. Può essere scrostata da terra
con una paletta. Può seccare e disperdersi al vento. O può essere
pestata e spiaccicata. Quindi sta bene attento a dove il cane va a
cacarti!
(Coraggio.
. . Fatti Ammazzare, di Clint Eastwood, 1983.
Libera traduzione di Stefano Parenzan®)
Libera traduzione di Stefano Parenzan®)
Ascensore Per Il Patibolo
Ieri l'altro, in un ascensore di
servizio, mi sono trovato a subire la convivenza forzata ed
ineludibile di una clique di pessimi figuri. Il che ha indotto
in me una riflessione: chi – o cosa - è una brutta persona?
Partiamo dal dato esteriore.
La suddetta clique
risultava composita in maniera alquanto disturbante. Un conoscente,
un adolescente, un adulto nella cinquantina, altri due adulti nei
quaranta, giovane di età indefinita con faccia da amicone; sesso: M;
abbigliamento disparato da A-Team; chi rasato chi no (l'adolescente
glabro per ovvi motivi), sembravano tutti rispondere ai segnali
dell'adulto cinquantenne – lo Hannibal Smith del gruppo (ma privo
del fascino di George Peppard).
Saluto. Vengo ricambiato da uno solo
di loro (l'adulto nei quaranta). Subito formalità per alleggerire
l'imbarazzo (“come va?”). Hannibal chiarisce, molto sicuro di sé,
che “alle due (del mattino, n.d.r.), di solito, si è in giro per
ciulare”. Replico sarcastico che, per la mia esperienza, tutti
coloro che ho incontrato a quell'ora del mattino se non venivano da
una ciulata vi erano attesi di lì a poco. La clique non
afferra e si limita a sorrisini compiaciuti (è chiaro che questi, di
'froci', non ne vogliono). Hannibal rincalza prendendosela con il mio
copricapo (di lana, da rapper capelluto). “Poi, se ti vedono
con quel cappello lì, ti fermano di sicuro.”
La corsa è finita. Esco
dall'ascensore senza proferire ulteriore parola – ricambiato, in
questo, con identica moneta -, e torno ai cazzi miei (bellissimi, i
cazzi miei).
Rimuginando tra i predetti, mi si
insinua nel cranio questo pensiero: figlia mia, diventa ciò che
vuoi, nella vita. Ma non diventare – ti prego –, per nessuna
ragione, anche solo lontanamente come le brutte persone che ho appena
incontrato. Non farlo per amore di tuo padre: devi farlo per amor
proprio.
Il Buono, Il Brutto & Il
Cattivo.
Parte I - (Il Brutto)
Parte I - (Il Brutto)
Una brutta persona è colui/colei che
risulta sempre e comunque prevedibile. Non sto parlando di persone
con pregiudizi. Chi, di fronte al nuovo e al diverso da sé risponde
con il pregiudizio, è persona, in genere, psicologicamente
intelligente. Per troppo tempo il pregiudizio è stato visto e
vissuto esclusivamente nella sua accezione negativa – che confonde
l'avere un pregiudizio con il vivere di pregiudizio. Se
tutto quanto ci è sconosciuto non genera in noi una risposta
pregiudiziale, significa, quanto meno, che il nostro pensiero, la
nostra personale visione delle cose, manca di un indirizzo coerente
con il nostro particolare sentire. La brutta persona è quasi sempre
sconfinante nel comico o nel tragico – o in quella particolare
forma del grottesco che è il tragicomico. È ambigua nel vestire,
nel senso che – lungi dall'affermare che l'abito fa il monaco –
ostenta di proposito un abbigliamento in grado di garantire ad essa
una connotazione socialmente accettata - e puntualmente non
corrispondente alla sua vera, aberrante natura. La brutta persona –
da non confondersi con il malvagio – non mira a circuire il
prossimo: semplicemente lo trascina nel gorgo dell'abbruttimento
generato dalla sua intrinseca natura (mai sentito parlare di persona
senza arte né parte?). Abita il luogo comune senza averne mai
veramente analizzato le implicazioni. Vuole risultare simpatica e
brillante al solo fine di vedere confermata la propria
pseudo-filosofia di vita - e disconfermata quella altrui. Si circonda
di esseri miseri, tali per il solo fatto di non avere la forza per
reagire ad un spinta in realtà nulla. Manca di senso della
spazialità. Non conosce, non approfondisce, non ama. La brutta
persona dissimula al punto da non potersi mai dire quando scherza e
quando no. Come una sorta di Gozzilla senza storia, si nutre della
chiacchiera, del sentito dire, di ogni argomento strumentale alla sua
esistenza priva di senso – ingredienti che restituisce ad ogni
occasionale incontro metabolizzati nella foggia della propria
persona.
Morale: il futuro è nelle scale.