Le Sardine ad 'Amici'. |
Ecco: quell'ora è arrivata davvero.
“Una
decisione forte che rivendichiamo
e che ci dà l’opportunità di parlare ai giovani e di portare i
nostri valori in un programma che premia il talento.”.
Una decisione forte. Un programma che premia il talento. I loro
valori.
Avevo
già scritto male delle Sardine già tempo fa, su Facebook, prima di
chiudere definitivamente l'account,
così consegnandomi ad un solipsismo divenuto
funzionale alla mia attuale condizione di fuori-casta a tutto tondo.
E
già allora, al tempo della loro comparsa sulla scena politica, le
avevo date per spacciate. Profezia oggi confermata dalla
sottomissione di Mattia Santori - leader maximo del movimento - e compagni a sua maestà Maria De Filippi ad appena il sesto mese
di vita. In fasce, praticamente.
Mi
rendo conto, qui, della necessità di essere quanto mai chiaro.
Sono
un 50'enne che, in questo specifico frangente, sta tenendo a giudizio
dei giovani che, potenzialmente, potrebbero essere suoi figli.
Sono
anni che attendo di imbattermi in un giovane con attributi così
virili da mettermi a tacere al primo round. Questo è, per me,
uno dei compiti delle nuove generazioni: fottere a morte quella
precedente. Presentarle il conto e chiedere spiegazioni. Metterla di
fronte alle proprie, innegabili responsabilità, e ad una nuova,
diversa visione della vita.
Mettiamola
così, allora: se questi tre venduti dell'ultima ora che sono i
rappresentanti delle Sardine credono davvero di poter parlare ad uno
come me e, magari, persino di riuscire a persuaderlo con il loro vuoto spinto, beh: si sopravvalutano davvero.
La
realtà, però, è un'altra. E cioè che i nostri eroi ben se ne
guardino dal voler persuadere uno come me. Hanno altre e ben più
ambiziose mire da perseguire. Tre giovani che non dopo anni ed anni di
militanza, dopo essersi per bene scottati e scontrati, bensì sul
nascere del proprio movimento calano le brache di fronte a Maria De
Filippi, accettandone supinamente l'invito; che si fanno irretire
così facilmente dalla promessa di uno spazio libero; che, non paghi
di questa palese sottomissione, cerchino persino di sdoganarla ai
nostri occhi presentandola come meritocratica, dialogica, valoriale
e, nel suo insieme, financo coraggiosa, fa solo pensare una cosa: che
i nostri tre eroi abbiano le idee molto chiare su come scalare il
sistema, in culo ai meriti, senza doverne chiedere conto a nessuno –
tantomeno ai coetanei che dicono di rappresentare – ed in barba ai
valori (“la bellezza”, sì, buonanotte) fino a quel moneto
professati.
Sono
probabilmente andati a scuola meno di Greta Thunberg, ma si sentono
investiti (da chi?) della missione di portare noi la luce (quale?).
Richiamano tutti alla pratica della bellezza, ma all'uscita del film
di Sorrentino stavano, probabilmente, alla proiezione de I Guardiani
Della Galassia.
Qui
i casi sono due. O il seguito delle Sardine (duole persino conferire
loro la maiuscola) è ben più malmesso dei loro fedifraghi leaders
– e per questo non si rende conto del vuoto assoluto che li
caratterizza – o, più semplicemente, sono come loro e li seguono
nella sola speranza di poter salire presto sul carro dei vincitori
(pia illusione, visto come gli attuali padroni del vapore li hanno
già inquadrati ed irregimentati).
Maria
De Filippi è la personificazione di quel potere mediatico,
orwelliano, onnivoro e predatorio, negli ultimi decenni promosso
fortemente dalla politica, che ha messo la generazione delle Sardine
nella condizione indubbiamente disperata nella quale si trova oggi. È
la regina incontrastata dei palinsesti tutti, concorrenza compresa –
che ben si guarda anche solo dal pensare di interferire con una
particolare prima serata presentata o voluta dalla nostra. Dispone –
a suo indiscutibile piacimento - di un format per ogni tipo di
subcultura dominante: la pietà (C'è Posta per Te), l'arrivismo
(Amici), l'infatuazione (Uomini & Donne). E tutti di grandissimo
successo. Regna per censo, insomma, ed i suoi talenti – gli stessi
che si sforza di individuare strenuamente nei partecipanti di 'Amici' - sono ai più sconosciuti. Giusto ieri l'altro, Nicola Porro (non propriamente la personificazione del giornalismo d'inchiesta, ma va da sé che questo passa, il convento) si è permesso una critica all'acqua di rose ad 'Amici' e De Filippi, proprio sul tema dell'invito fatto alle Sardine. Apriti cielo. Replica immediata di De Filippi e, l'indomani, scuse di Porro e redazione. Insomma: chi tocca, muore.
Che
le Sardine, per mezzo dei propri rappresentanti, cedano così
mollemente al ricatto del sistema (o da noi o porte chiuse) e lo
facciano con parole di elogio per colei che così munificamente lo rappresenta, è un segno che non lascia speranza sull'effettivo valore di quest'ultima generazione.