Sinceramente: vorrei poter disporre
di un coraggio sfacciato. E, sfruttando tale caratteristica, poter
dare addosso, verbalmente o per iscritto, a Renato Brunetta. Attaccarlo
su fattori discriminanti quali altezza, tono di voce, sguardo,
capigliatura, vestiario e tutto quell'apparato paralinguistico tipico
dei cosiddetti 'bracci destri' di questo paese (così tanto misero da
nemmeno più meritare la maiuscola).
Ma va da sé che non sono un
bastardo. Come direbbe il sergente addestratore Hartman: “Io sono
duro, però sono giusto.”. Di conseguenza mi limiterò, per quanto
possibile, ai fatti.
“Salvini non è il leader
del centro-destra: è semplicemente il leader del partito che
all'interno del centro-destra ha avuto più voti.”
Prestare fede ad una simile
dichiarazione – pronunciata da Brunetta e passata dal radio-giornale di RAI3 (16
mar, edizione delle 18:45) senza un briciolo di chiosa – significa
avere abdicato all'ascolto critico, attento, al senso delle cose.
Significa avere ceduto ad un immaginifico mediatico che, per mezzo di
una tecnica comunicativa fumosa (quella in analisi è una semplice
contraddizione, ma recitata con tono confidenziale), assolve alla
funzione sua propria di plasmatore dell'opinione pubblica corrente.
E, dulcis in fundo, significa essere dei fessi irrecuperabili
(esattamente la tipologia di persona della quale si alimenta la
fuffa, intesa come chiacchiera al livello massimo, incanto che si
pone ben oltre la linea di confine della fake news).
Chi ha votato Forza Italia, a parte
il discutibile gusto eufonico sul quale si è già discusso nei
decenni passati, ha consegnato la vita civile di noi tutti a persone
con questo livello di responsabilità. Per costoro, per simili
politici, non c'è visione futura. non c'è prospettiva: solo il
qui-ed-ora, visione delle cose appiattita sul presente, funzionale al
mantenimento del potere ad ogni costo.
Sostenere una simile posizione, e
cioè che Matteo Salvini, con il suo 18% di consenso, non abbia
titolo alcuno per pretendere a ragion veduta la guida dell'eventuale
coalizione di centro-destra, è come dire che una delibera
dell'assemblea condominiale, regolarmente passata con la prevista
maggioranza del 51% degli astanti, può essere considerata carta
straccia da me, per esempio, in quanto proprietario dell'appartamento
più grande - esattamente l'atteggiamento fallico e machista tenuto
da FI attraverso Brunetta.
Negare al paese la possibilità di un
governo, per quanto sgangherato come quello che potrebbe uscire dal
coito Di Maio-Salvini, e fare ciò per rispondere a logiche padronali
(si ha infatti l'impressione che Brunetta non decida nulla:
semplicemente, prende ordini) fornisce, almeno a coloro davvero
attenti alle parole, la tara di questa regione del potere italico: 3
euri di confezione, 50 centesimi di frutta.
Fatti i dovuti calcoli, quindi, e
persino operate approssimazioni per difetto, risulta facilmente
verificabile che 18 è il 51% di 35. Salvini è quindi, “all'interno
del centro-destra”, l'esponente di maggioranza, con buona pace –
sebbene improbabile – di Brunetta.
Questi politicanti, così palesemente
maldisposti ad accettare la sconfitta in ogni sua forma, dimostrano
un'età mentale che si discosta per gravissimo difetto da quella
anagrafica. Vi scorgo atteggiamenti non difformi da quelli di mia
figlia, che a cinque anni e mezzo ha le stesse difficoltà, e devo
quindi rendere vittoriosa ogniqualvolta noi si giochi insieme.
Qui si parla di persone di 80'anni
(non dimenticate che il padrone di Brunetta è un ottuagenario, un
Benjamin Button cui non è stata data la fortuna di rigenerarsi in
Brad Pitt), persone a diretto contatto con la morte che ancora si
prodigano per detenere una qualsivoglia fetta di potere e, per
ottenere ciò, non si fanno scrupolo di tenere il paese in stasi
governativa. I problemi degli altri possono attendere.
Detto ciò, esiste in quello stesso
paese un 14% che, di questa compagine così straordinaria nel
suscitare imbarazzo, ne supporta ed apprezza l'azione. Sarebbe bello
conoscerne la composizione nel dettaglio, vedere con occhio
scientifico il tipo umano che in una siffatta forza si riconosce.
Personalmente, è un dato del quale
sento di essere già a conoscenza.
È dedotto dall'osservazione e dalla
frequentazione forzata.
E, quello che vedo, non mi piace per
nulla.