… Certo è che quanto segue non
sarà utile al fine di procurarmi un colloquio di lavoro con i
vertici redazionali di RTL 102.5. Anzi.
E poi, visti i contenuti di quella che alle statistiche risulta essere l'emittente radio più seguita d'Italia, si dubita persino che il suo apparato organizzativo disponga di una redazione o di altra unità facentesi carico di quanto fuoriesce dalle bocche a busta-paga dei suoi conduttori e dai banchi di regia.
E poi, visti i contenuti di quella che alle statistiche risulta essere l'emittente radio più seguita d'Italia, si dubita persino che il suo apparato organizzativo disponga di una redazione o di altra unità facentesi carico di quanto fuoriesce dalle bocche a busta-paga dei suoi conduttori e dai banchi di regia.
RTL 102.5 non è solo “la radio
numero uno d'Italia”, ma anche la più vista, grazie al gemello
televisivo, in conseguenza di una multimedialità imperante ed
irrinunciabile che obbliga la radio tutta - la radio intesa come
media, appunto - ad essere visibile e televisibile.
È infatti difficile, di questi
giorni, consumare qualsivoglia alimento o libagione senza imbattersi
in un televisore acceso e sintonizzato su RTL 102.5 TV (canale 36 del
digitale terrestre), che svariati esercizi – bar, gelaterie,
pizzerie da asporto – ed altrettante attività dotate di sala
d'aspetto somministrano alle rispettive clientele con orgoglio ed
assoluta noncuranza.
Proviamo, allora, a ragionare.
Chi propone un simile prodotto
internamente alla propria attività commerciale, nutre la convinzione
di non solo offrire un intrattenimento efficace - e questo è
probabile se si considera che i più, nella nostra nevroticissima
società, abbisognano di un sottofondo costante da relegare a livello
inconscio -; ma anche di comunicare al cliente od occasionale
visitatore un'identificazione vuoi con l'attitudine psicologica del
canale – incarnata dai suoi conduttori - vuoi con le scelte
musicali trasmesse. Se si ha anche solo vagamente presente il tipo di
programmazione giornaliera di RTL 102.5 TV, c'è da rabbrividire.
Seguire anche solo pochi minuti di trasmissione significa, in questo
contesto specifico, intraprendere un viaggio attraverso un mondo dove
il senso estetico risulta fortemente mutilato – quando non
completamente assente. Per non parlare della chiacchiera incessante
(generata dal fatto non trascurabile che spesso le coppie di
conduttori si intrattengono
con battute riguardanti la loro briosa – e agli effetti insondabile
- vita privata), del vuoto di senso, dei video tamarri e del
catenaccio in costante scorrimento di improbabili sms
sentimental-fanatici.
Ma la cosa interessante è che quasi
sempre, tra gli astanti, l'unico visibilmente inebetito dai
videoclips di RTL 102.5 TV sono io. Lo dico a seguito di
attenta osservazione: non mi sono mai trovato a seguire in video la
musica che RTL 102.5 TV trasmette non-stop in compagnia di
qualcuno. Non i coetanei, non i giovani, non i vecchi. Io solo. A voi
l'ardua sentenza.
Personalmente trovo il successo di
questa emittente semplicemente incantevole (sensazione che devono
avere provato anche i suoi vertici, i quali, come neo-genitori
galvanizzati – o delusi - dal primogenito, hanno pensato bene, in
questi anni, di figliare, partorendo, in sequenza: Radio Zeta
[l'italiana] e Radio Freccia [un omaggio al film di Luciano
Ligabue]). Può permettersi l'emissione di qualsiasi proposta anche
indegna di questo nome, nella certezza che, in ogni caso, essa verrà
venerata dai fedelissimi - ed ignorata dai tantissimi che, nel mentre
ne risultano indifferenti, non provano però fastidio ad assumerla come
intrattenimento imposto (un po' come la musica, spaventosa, di
supermercati e centri commerciali).
L'assenza di senso critico ha origine
in tutta una serie di ragioni che vanno dal culturale in senso
stretto allo psicologico in senso lato. Mancano sì i mezzi tecnici,
conoscitivi, necessari alla formulazione di un giudizio, ma anche la
predisposizione – l'attitudine – a sovvertire culturalmente lo
stato delle cose per come sono a noi imposte. Sebastião
Salgado, interrogato di recente per un consiglio; sorprendendo e forse anche deludendo molti sedicenti
fotografi in trepidante attesa per un miracolo da parte del maestro
brasiliano in grado di spianare loro una prosperosa carriera nella
nona arte, ha risposto: “Se sei
giovane ed hai tempo, vai a studiare … Studia per essere
effettivamente in grado di capire cosa stai fotografando”. Inteso?
Sta di fatto che una fetta
considerevole della popolazione italica accetta quotidianamente –
ed acriticamente, direi – di essere intrattenuta da una simile
proposta mediatica. Nulla di sorprendente: forse si tratta solo di
quello stesso pubblico che Marco Morgan Castoldi, sebbene rivolto
alla sua fascia tardo-adolescenziale, ha di recente definito “di
Bimbimikia” (esternazione poco felice, viste le conseguenze per
l'ex coach, ma sicuro molto divertente e, soprattutto,
appropriata).
Avevano ragione Morrissey e i suoi
The Smiths (altra manica di stronzi che, giunta ad insolvenza con i
rispettivi mutui, questo luglio ci propinerà l'ennesima reunion):
“Impiccate i benedetti DJ
/ Perché la musica che mettono senza sosta / Non dice nulla della
mia vita”. (Hang
the blessed DJ / Because the music that they constantly play / It
tells nothing to me about my life).
La canzone era Panic.
L'anno il 1986.
Il prossimo caffè me lo bevo a casa.