giovedì 21 giugno 2018

KILL 'EM ALL (UCCIDETELI TUTTI). La sindrome di Taxi Driver.


Mi è capitato, qualche mese fa, di sentire entusiasticamente descritto questo blog come giustizialista (!): “Lui (io, n.d.r.), vede qualcuno che non attraversa sulle strisce pedonali, scrive e gli fa il culo.”.
Giustizialista e permaloso.
Dovessi basare l'attività l'attività di redazione di Sala Colloqui sul livello di comprensione di certi suoi lettori, potrei chiudere seduta stante.
Diceva il grande Indro Montanelli che più si parla e più si è fraintesi. E se lo diceva il maestro...
Sta di fatto che, nel continuo scansare questi giudizi imbarazzanti, una certa sete di giustizialismo ed una crescente insofferenza per lo sfregio quotidiano del codice della strada mi hanno fatto visita.
Arona. Lunedì 11 luglio. Ore 10:12. Centro città. Sono parcheggiato in attesa che mia moglie termini una serie di improcrastinabili commissioni. Essendo ormai insofferente, per deformazione professionale, nei confronti di qualsivoglia forma di attesa, impiego il tempo leggendo un libro. Il volume: La Parola Ai Giovani, di Umberto Galimberti - testo notevolissimo, paradossalmente, proprio per le osservazioni dello stesso Galimberti, che di anni, però, ne ha 76. Ecco il passo nel quale sto immerso: “Quanto all'esempio, che è l'unica cosa che serve dai dodici anni in poi quando le parole dei genitori diventano ininfluenti, vedendo i genitori di oggi, non mi pare ce ne siano di molto edificanti.”.
Il tempo di leggere queste poche, ma severe, righe ed ecco materializzarsi davanti a me una lussuosissima macchina famigliare. Indugia. Si ferma. Le sue intenzioni, quanto a manovre, risultano subito incerte. Nessun segnale di direzione che venga in aiuto agli altri automobilisti. Pochi secondi e il traffico è bloccato. Altri indugi e, all'improvviso, la manovra risolutrice: retromarcia alla vigliacca e parcheggio su strisce pedonali, con assoluta noncuranza di coloro che proprio in quell'istante si apprestano ad impegnarle.
Dalla macchina scende una donna nella sessantina: scarpe da ginnastica, jeans e camicia. I capi d'abbigliamento sono intonsi. Dai sedili posteriori fanno la loro apparizione due bambini, età tra 8 e 10. Se ne deduce sia la nonna (ad altre, mostruose eventualità non voglio nemmeno pensare). Ora la cura della donna è tutta per i marmocchi: li guida sul marciapiede, occupato parzialmente da uno degli pneumatici, ond'evitare loro gli sfioramenti da parte delle vetture che lei stessa ha contribuito a bloccare. Dell'ingorgo creato, degli impedimenti ai pedoni, delle infrazioni plurime commesse in simultanea, nemmeno l'ombra di un pensiero. “Dai, su: andiamo a prendere la focaccia”, dice. Destinazione: panetteria downtown da cinque euri (!) al trancio.
Vorrei chiamare la Municipale, ma destino vuole che il telefono sia scarico. Quand'ecco giungere alle mie spalle una macchina dei Carabinieri, che rallenta, svolta e...
Se ne va.
nessuna delle stramaledette cose che hai fatto in questi ultimi quattro anni, compresa quella di farti ingravidare, cambierà la situazione...
Un amico dell'Arma non perde occasione, quando ci incontriamo, di ricordarmi che, se i Carabinieri si riducono a dirigere il traffico, allora è davvero finita. Certo è, però, che una bella rimozione per intervento della pattuglia avrebbe dato vita ad esultanze da stadio.
Ecco. Come ho detto in apertura, è certo che io predichi al vento e che, con molta probabilità, me lo meriti. Ma consola constatare che questo desolante destino è condiviso anche da una mente eccelsa quale quella del professor Galimberti.
Ancora. È probabile che i marmocchi scarrozzati da nonnina siano esseri superiori che, vuoi per evoluzione psicologica vuoi per il coraggio di una seria psicoterapia, in età adulta saranno in grado di scostarsi radicalmente da questi aberrazioni del comportamento civico. Ma è anche vero che dal banano fioriscono banane, ed è impresa ardua modificarli affinché diano mele.
Certe figure parentali, a volte è meglio perderle che trovarle.
...non era mia intenzione farlo davanti a te. E questo mi dispiace. Ma puoi credermi sulla parola, tua madre se l'è cercata. Quando sarai grande, se la cosa ti brucerà ancora e vorrai vendicarti, io ti aspetterò...
P.S. Le citazioni in corsivo sono tratte da Kill Bill Vol. 1, di Quentin Tarantino;

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