sabato 2 maggio 2020

ESPERIENZE RELIGIOSE AL BAR MARIO. Radio Freccia alla ricerca dell''endorsement' culturale.


Un genio dal cuore grande:David Foster Wallace (1962-2008)
Radio Freccia nasce nel 2016 sulle ceneri di Radio Padania Libera, dopo che il 'direttore' di quest'ultima (l'Onorevole Matteo Salvini) ed il suo 'staff di specialisti' (uno spedizioniere di Lambrate e il di questo cugino), realizzato (momento di rara lucidità) che gli ascolti erano 'un po' giù' (praticamente me e gli iscritti alla Lega, ma non tutti) ne immisero le frequenze sul mercato.
Radio Freccia si ispira, almeno nelle intenzioni, all'atteggiamento piacevolmente anarchico delle cosiddette radio libere che caratterizzarono l'etere nazionale nella seconda metà degli anni '70. Nello specifico, all'estetica di quel tempo come sorprendentemente messa in scena nel film omonimo di Luciano Ligabue, risalente, ormai, a ben 22 anni fa (non un capolavoro, sia chiaro, ma neanche una prova deludente ed imbarazzante quale fu, poi, sull'onda dell'entusiasmo per i buoni risultati del film d'esordio, Da Zero A Dieci). I punti fermi dell'emittente sono, quindi: una rivendicata, anacronistica libertà di parola, un repertorio in linea, quanto più possibile, con quello dei '70, e un comparto di conduttori particolarmente ciarliero. Fin qui, nessun problema. È come leggere l'etichetta dei prodotti del supermercato e trovarvi corrispondenza all'assaggio. Non fosse che, ieri l'altro (29 aprile), uno dei conduttori, rispondente all'ambiguo nome d'arte di Nessuno, ha cercato, penso inconsciamente, l'endorsement culturale (di chi, poi, non si sa) citando, malamente, David Foster Wallace, e pure invitando gli ascoltatori a leggerne un titolo specifico (Roger Federer Come Esperienza Religiosa). A motivare cotanta proposta, la banale, fortuita corrispondenza tra il giorno della messa in onda del programma (Terra di Nessuno), il compleanno dell'ex campione di tennis Andre Agassi e la scoperta – si ignora se da parte di Nessuno o da quella della redazione - della grande passione che lo scrittore statunitense nutriva per questo sport. Ciliegina sulla torta: l'invito da parte del conduttore ad affiancare il testo di Foster Wallace a quello autobiografico del sopracitato Agassi, Open, in un involuto esperimento di letteratura comparata. Ciliegina che, purtroppo per gli autori dell'emittente – ammesso che ve ne siano –, si è subito trasformata in buccia di banana. Vero e proprio fagocitatore di libri, Foster Wallace aveva ammesso che, di questo tipo di pubblicazione - ”l'autobiografia di un-campione-«con»-qualcuno” - ne aveva “comprati e letti a bizzeffe”, ma sempre “mettendoli sotto qualcosa di più intellettuale” quando andava alla cassa. Li trovava “ambivalenti e imbarazzanti”, per quanto spesso risultavano scritti male, dichiarando persino che la lettura di quella del suo idolo, la tennista statunitense Tracy Austin, aveva, per i succitati motivi, “definitivamente estinto” la sua passione per il genere. Potete trovare tutto questo nella raccolta Considera L'Aragosta, insieme ad altri scritti di così alto livello da restare a bocca aperta. Che Open sia successivo alla scomparsa di Foster Wallace, non cambia di una virgola queste considerazioni.
Sono certo che Foster Wallace non sarebbe esattamente a proprio agio nello scoprire che uno come me ha preso le sue difese. Sono stato uno studente mediocre; ho sviluppato l'abitudine alla lettura e alla scrittura solo in età adulta; non sono andato all'università; non ho mai praticato il tennis; sono venuto a conoscenza degli effetti devastanti della depressione solo dopo aver sposato una psicoterapeuta, ed ho letto la sua opera quando già si era impiccato da tempo. Ma questo sporco lavoro, qualcuno dovrà pur farlo – visto che certe sparate rimangono puntualmente impunite.
Quello che mi ha dato fastidio, nell'imbattermi in un consiglio di lettura così strabico, è stato non tanto il livello della proposta (non c'è motivo di adirarsi di fronte ad una proposta 'alta', specie se fatta con autentica passione di lettore) quanto il contesto che l'ha partorita. Basta un ascolto casuale dell'emittente per rendersi conto che la lingua ed i temi del giorno (a volte persino assenti, sostituiti da quel chiacchiericcio che proprio Foster Wallace aveva rinominato come 'fuffa') non sono esattamente una priorità. Refusi grammaticali e sintattici, solecismi, vocabolario basic, frequente afasia, abuso dell'onomatopea, dosi pesanti di metano linguistico. Da parte della conduzione come degli ascoltatori (una sola eccezione: la presenza in squadra di Roberto Pedicini, alias Bob Revenant, voce che ha reso ancor più straordinari alcuni dei film più belli degli ultimi 25 anni). Foster Wallace – è utile ricordarlo – era un genio dal cuore grande, ma pur sempre un secchione dagli ottimi voti, a partire dalle elementari fino al dottorato, figlio di insegnanti e, a sua volta, professore di letteratura. Un integralista della lingua, quasi un ossessivo, attentissimo nella scelta delle parole come dei temi - sempre partendo dal presupposto che si debba aprire bocca solo avendo chiara l'urgenza dentro di sé di qualcosa da dire. Uno scrittore che poco dopo i 30'anni aveva realizzato uno dei libri più importanti e straordinari di sempre.
Ecco. Vivere di sciatteria linguistica, perché più facile, easy, poco impegnativo; impiegare il lessico da Bar Mario  dell'autore di Radio Freccia per rivolgersi ad una audience che quella lingua solo parla e conosce, ma poi citare e financo consigliare Foster Wallace perché 'fa figo', è presuntuoso, urticante ed inaccettabile.

1 commento:

  1. Al fine di portare altra acqua al mio potente mulino, giusto ieri sera (10 maggio), Radio Freccia, per bocca della propria - immagino selezionatissima - conduttrice Titania (sic), ha avuto la faccia tosta di definire Juno, il bel film di Jason Reitman risalente al 2007, "uno di quei film-ragazzata". Ora: sei libero di pensare che anche le parole del papa sono 'discorsi-ragazzata', quando questa è l'impressione che suscitano in te. Ma dal momento che per scelta professionale questa tua sensazione la rendi pubblica, e questo è il massimo livello di analisi che ti è consentito, di una visione che tratta senza pesantezze un tema scottante e statisticamente palpabile come quello delle gravidanze minorili, chi ti ascolta ha tutto il diritto di giudicarti. Leggi qualche libro in più, Titania: vedrai come tutto ti apparirà più chiaro.

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