venerdì 14 settembre 2018

FAST AND FURIOUS. Il movimento No ZTL di Arona.


Sia chiaro: sono il primo a far prevalere, nelle decisioni che mi riguardano, l'interesse personale, il raggiungimento dell'obbiettivo, la volontà a portar a casa la pelle. Conseguito il risultato, però – e questo al fine di non apparire eccessivamente egoista -, cerco di condividerlo con coloro che mi stanno attorno, secondo una precisa gerarchia a cerchi concentrici ed una distribuzione del welfare inversamente proporzionale al loro espandersi.
Detto ciò, mi è difficile comprendere l'iniziativa di alcuni esercenti di Arona contro la recente istituzione, nel fine-settimana, dell'isola pedonale in centro città, titolata No ZTL Diurna (e che la si vorrebbe? notturna?), integralmente dedita, almeno nelle intenzioni, all'esclusiva tutela benessere commerciale, per quanto legittimo, degli aderenti, e del tutto noncurante delle esigenze, dei desideri, altrettanto legittimi, della cittadinanza.
Non sembra, infatti, sia il recupero psicofisico a preoccupare coloro che vi hanno aderito (ad occhio un 95% dei negozianti di Corso Cavour, più una considerevole e sorprendente fetta di simpatizzanti le cui attività non sono interessate dal provvedimento del comune), quanto la riduzione, via via crescente nel corso degli anni, del transito automobilistico, nel quartiere dove hanno sede i rispettivi esercizi - sfalcio che, sembra sempre di capire, deve avere intaccato il fatturato dell'area a tal punto da pretenderne la sospensione.
Il centro storico – ove non risiedo – ha subito, in questi anni, un massiccio intervento di ristrutturazione, ed una radicale modifica della viabilità. È aumentata la superficie a disposizione delle persone; è apparsa una timida pista ciclabile; è scomparsa una carreggiata; i parcheggi sono stati ridotti nel numero e nella destinazione d'uso; il rifacimento delle fognature ha avuto come conseguenza un'estate di balneazione in un'acqua mai vista prima. Grazie a questi provvedimenti, il livello di apprezzamento della città agli occhi dei visitatori è cresciuto in maniera esponenziale: Arona – ed il centro storico in particolare – è oggi vista come un modello di gestione e di vivibilità. A completamento – e a tutela - dell'opera, quindi, è giunta l'istituzione della zona a traffico limitato che fa del quartiere la più bella e grande isola pedonale del Lago Maggiore - quanto meno fino ai suoi confini esteri.
Ora, non è mia intenzione entrare in conflitto con la categoria – che incute in me un certo timore già in tempo di pace: figuriamoci in aperta ostilità. Ma mi permetto di dire che, alla luce di quanto appena descritto, emerge, in questa battaglia contro l'attuale amministrazione, un'irriconoscenza che non le fa onore. Essa sembra infatti ignorare che i primi a beneficiare degli interventi suddetti sono proprio le attività dei suoi membri - inserite, come sono, in un decoro che ne rappresenta, appunto, la diretta conseguenza. Ho ancora vivo in me il ricordo del degrado anni '70, quando, nella bellissima Piazza del Popolo, davanti alla facciata di Santa Marta (un colpo d'occhio come ve ne sono pochi), ogni domenica pomeriggio baciato dal sole, si potevano vedere le autovetture di coloro che pretendevano di passeggiare in Corso Cavour impunemente parcheggiate. O dei successivi '80, quando i tempi di percorrenza medi della costa cittadina - sempre la maledetta domenica - si fissavano sulle due ore e 45 minuti (da qualificazione olimpica). Due file di macchine che per tutto il tardo pomeriggio stazionavano al limite della fusione proprio lungo il tratto oggi tutelato dalla chiusura al traffico.
Alcune delle motivazioni addotte dai No ZTL – sondati subdolamente al prezzo di una consumazione o di un acquisto – non sono nemmeno degne di essere riportate. Altre vanno da sorprendenti difficoltà nella “vendita da asporto” (pratica commerciale che, mi è stato spiegato, contempla l'approccio dell'acquirente alla soglia dell'esercizio con l'autovettura per il carico) all'assai poco credibile preoccupazione “per gli anziani” - che la ZTL, a loro dire, rischierebbe di far schiattare in seguito agli stenti della deambulazione forzata (giuro).
Se ne ricava la triste impressione che la compagine sia in realtà interessata al solo ottenimento di una visibilità d'altri tempi, non più praticabile né, tantomeno, sostenibile: più traffico in transito davanti la bottega più probabilità di aumentare le vendite.
D'altronde è risaputo: puntandole tutte, una scopata la rimedi.
"Scendiamo per uno spritz, amore?"

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