Mettiamola così.
Se persino Matteo Salvini e Giorgia
Meloni (!) possono esprimere un'opinione sul caso Skripal, e vederla
trattata come rilevante e degna di pubblicazione da coloro che
l'hanno vuoi richiesta vuoi ricevuta (la stampa), va da sé che pure
io, allora, posso sparare la mia, al riguardo. Ad alzo zero e senza
scrupolo alcuno.
L'espulsione sincronizzata dei
diplomatici russi dalla quasi totalità del mondo cosiddetto
occidentale, in seguito all'avvelenamento della spia russa rinnegata
Sergej Skripal e della figlia, avvenuta nel Regno Unito il 4 marzo
scorso, fornisce, a tutti coloro che vogliano dedicarvi un minimo di
approfondimento ed una analisi attenta, il preciso tracciato
cardiologico delle simpatie, delle alleanze, delle sudditanze e dei
rispettivi 'pesi specifici' dei paesi coinvolti.
Prima ancora dell'accertamento dei
responsabili del crimine, va ricordato che l'avvelenamento in
questione ha avuto luogo in un paese che da quasi due anni ha
ufficiosamente interrotto i rapporti con l'Unione Europea, e che da
altrettanto tempo si esibisce nel tentativo, altalenante e non ancora
ufficialmente riuscito, di stabilire i termini legali (spese) del
divorzio. (Avete presente la proprietà che abbandona il condominio e
trascina per mesi l'assemblea in convocazioni straordinarie al fine
di stabilire gli importi dovuti e relative scadenze, senza poi
giungere, però, al loro saldo? Stessa cosa.). Non ha aderito alla
moneta unica. Ha ratificato i trattati proposti per mera convenienza
commerciale, adeguandosi ad essi sempre alle minime condizioni
contemplate. Ha creato l'illusione di un paese dai confini aperti, ma
non ha mai evitato a noi europei, in realtà, l'attraversamento di
un'odiosissima frontiera con tanto di controllo documentale. Al
termine di questo percorso, che definiremo eufemisticamente ' di
integrazione', l'indizione dell'imbarazzante referendum per la
permanenza nell'Unione, tenutosi nel giugno del 2016, ne ha imposto
l'uscita per mezzo del processo politico - come si diceva pocanzi,
ancora in corso - conosciuto ai più attraverso l'orripilante
neologismo anglo-latino di brexit.
Ora, succede che
'la Banda dei Cuori solitari del Sergente Pepper' realizzi che, oltre
a caprini e suini, nella propria mitologica campagna risiedono spie
russe di vario titolo e splendore, e che il loro 'soggiorno' non è
semplicemente solitario-contemplativo, bensì caratterizzato dalla presenza e dalle
visite regolari dei 'colleghi' – molti dei quali, sembra di capire, con dei conti in
sospeso. Questa, al momento, la versione ufficiale UK. Un bel
problema. Specie se lo si somma alla scia di attentati, rivolte
sociali e malcontento politico che ha attraversato il Regno Unito a
partire dalla fatidica data della brexit. Cazzi loro, vien da
dire. Hai voluto la bicicletta? Macché...
Il Regno Unito,
messo alle strette dalle proprie scottanti questioni interne, si
rivolge all'alleato storico (se non sapete qual è, chiudete
immediatamente questa pagina, per favore), al quale chiede man forte,
non potendo più, quanto meno per ragioni di facciata, chiederla
all'unione della quale non fa più parte. Detto fatto.
Gli Stati Uniti
d'America (che saluto caldamente: è fuori di dubbio che i suoi
apparati di intelligence abbiano già letto e schedato questo mio scritto) non si
sono fatti attendere, confermando così un pattern storico.
Nella notte, 60 diplomatici russi accreditati sono stati espulsi dal
paese, unitamente ai quattro del Canada (obbligatori: avere gli USA
al confine, si sa, è come avere per vicino il classico che dimentica
uova, zucchero e pane ed è sempre attaccato al tuo campanello: è
difficile dirgli 'no') a chiudere il blocco nordamericano. Dall'altra
parte dell'oceano, il Regno Unito, parte in causa, ne restituisce
alle dacie 23, seguito dall'Ucraina con tredici (comprensibile, visti
i trascorsi) e dall'Albania con due (quando uno stato ha il peso
politico dell'Abruzzo, gli si fa fare quel che si vuole).
Il dato
sorprendente, però, è quello riguardante l'Unione Europea, che ci
aspetterebbe fuori dai giochi, sulla base di quanto sopra esposto.
Mai dire mai. Evidentemente ben pressati – o forse è meglio dire
'torchiati' – dagli 'alleati', quattordici stati dell'Unione, tra
cui l'Italia (mai farsi mancare un'occasione per prenderlo in culo)
hanno espulso in pregevole sincronismo 30 ex compagni. Persino realtà
nazionali imbarazzanti come Romania, Lituania e Polonia non hanno mancato di dare il
loro contributo (a ben vedere, forse l'unico da quando entrati nella
comunità).
Da oggi, quindi,
sappiamo tutti chi è il nemico da battere. Siamo tornati alla caccia
ai 'rossi'. Forse la questione ISIS ha perso di forza, ultimamente.
Mai restare senza un nemico comune: ne va della comunanza di intenti.
Non nutro
simpatia per il paese di Vladimir Putin, e neanche per Putin stesso.
Ma che gli Stati
Uniti pretendano, oggi, di vedere condivise le proprie paranoie, vere
o presunte (all'epoca di McCarthy, almeno, l'orrore delle liste non
travalicò i confini), trovando persino, in asservimento a tale
iniziativa, la prona accettazione del 50% dei governi dell'Unione,
non fa ben sperare per la prosperità di quest'ultima, né,
tantomeno, per il suo futuro prossimo ed il proprio sviluppo
politico.
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