martedì 10 aprile 2018

RAI: NESSUNO ESCLUSO. A Nemo chiunque può essere ospite.


Mi sia concesso, in questo tempo di quaresimale attesa per il nuovo film di Paolo Sorrentino, commentare alcuni degli orrori visti ieri l'altro nella puntata settimanale di Nemo-Nessuno Escluso (Rai2).
Un programma che già nel titolo sembra contenere la propria maledizione e la propria cifra autorale.
Perché davvero nessuno, in Nemo, sembra escluso dal vedersi tributato il proprio personalissimo momento di celebrità warholiana, considerato che, a chiosare servizi che spaziano dall'economia all'ambiente, dal crimine allo spettacolo, dal costume alla politica internazionale, ieri l'altro sono stati fatti accomodare, insieme, sul divano della trasmissione, tre ospiti improbabili e difficilmente amalgamabili quali Rossella Brescia, Enrico Bertolino ed Alberto Matano.
Una soubrette, un comico, un conduttore di telegiornale.
Da quando il curriculum di soubrette Mediaset, qual è a tutti gli effetti quello di Rossella Brescia, costituisce titolo idoneo per essere proposti come opinionisti di riferimento su qualsivoglia tematica - in particolar modo in seno alla televisione pubblica (risposta: da quando il protagonista di Loro è sceso in politica ed ha dettato le regole, e tutti, con poche eccezioni, vi si sono adeguati all'istante)? Quale il fine del suo contributo?
Di Enrico Bertolino penso si possa dire tutto tranne che è divertente e fa ridere. Il suo è un umorismo da manager. Non è coltivato e si abbatte, inoffensivo, sulle sue intolleranze personali e materiali. Ha costruito una carriera di successo scherzando su tutto e non infastidendo nessuno. A quale titolo parla noi, quindi? Dall'alto di quale cattedra?
Alberto Matano, scopro nel corso della puntata, è l'uomo di punta del TG1, e quindi presente in trasmissione a fornire l'obbligatorio punto di vista giornalistico. Ora, non so quanti di voi seguano il TG1. Ma, se solo lo si è fatto una volta con attenzione, ci si rende subito conto, da una parte, dell'inadeguatezza del servizio erogato, dall'altra, della sostituibilità costante dei suoi conduttori, il cui apporto redazionale è sicuramente pari a zero. Quale eroico esempio di giornalismo dovrebbe perciò suggerire la sua presenza in studio?
Le risposte dei tre, come volevasi dimostrare, sono state opportunamente all'insegna del generico, del vacuo e del non-detto. Nessun apporto specifico. Vieto buon senso di un livello riscontrabile in ogni bar del paese aperto dalle 6:00 fino a sera. Mi sono sentito offeso come spettatore e defraudato come abbonato.
Il colpo di grazia, però, e stato inflitto dal rapper Rocco Hunt e dalla conduttrice Valentina Petrini.
Il primo, anch'egli chiamato come ennesimo ospite a commentare in forma di rap (!) l'ennesimo servizio sull'immancabile sacca di disagio dell'hinterland campano, ha messo in campo tutto il suo coraggio civile quando, interrogato dalla conduttrice, si è rifiutato di dichiarare per chi avesse votato il 4 marzo scorso. “Per non influenzare il voto”, ha spiegato. Stato confusionale. Pezze al culo. Altro apporto mancato. Peccato: l'avesse fatto, magari oggi avevamo una maggioranza. E un governo. Straight Outta Posillipo, Rocco.
La seconda ha invece tradito il proprio asservimento all'ideologia subdola e strisciante che sembra permeare l'intera quota dei suoi interventi. Il programma è trasmesso in diretta, ed in tale modalità è stata data dalla nostra la notizia della morte, nell'area del milanese, di un vigile del fuoco intervenuto in un'emergenza. Petrini chiede al pubblico, rimasto sorprendentemente composto, “un bell'applauso”, che naturalmente ottiene per inerzia. Santo subito, a cadavere ancora caldo. Siamo ai professionisti del sociale profetizzati da Giorgio Gaber, o, per dirla alla Sorrentino, a “quelli tutti dediti alla lotta, alla rivendicazione, al comizio facile e al sudore diffuso sotto l'ascella...”.

Cosa non si fa, in certi ambienti, per un cadavere da strumentalizzare.
Non paga di ciò – evidentemente le sono state impartite precise istruzioni da rispettare -, in chiusura di trasmissione, nel bel mezzo di saluti sbraccianti, musica, applausi finali e luci stroboscopiche, Petrini ha voluto gridare un grande abbraccio alla famiglia del deceduto.
Famiglia che, in conseguenza di ciò, ipotizziamo, ora si sentirà sicuramente più sollevata. E che certo avrà atteso la restituzione della salma tra le mura domestiche, seduta davanti la televisione, a guardare Nemo insieme a parenti, amici, conoscenti, vicini di casa e semplici passanti.
Nessuno escluso.

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