Quel che mi chiedo è: come può, un
personaggio della televisione celebre e apprezzato come Paolo
Bonolis, venire abbandonato dai propri autori al punto da scivolare
sulla buccia di banana presa con l'intervista a Marylin Manson?
C'è da credere vi sia dell'astio tra
le parti, del non-detto, vecchi rancori... . Non si capisce come,
altrimenti, si possa assistere ad un simile sfacelo senza sentirsi
minimamente responsabili.
Per capirci: Quincy Jones non avrebbe
mai permesso a Micheal Jackson di pubblicare un disco dimmerda.
Sorte – quella della discesa nella
bassa qualità - toccata, invece, al Paolo nazionale.
Bonolis che fa una figura meschina
a Canale 5 come quella dell'altra sera – perché di questo si è
trattato -, è il Brasile che, in casa, prende sette pappine dalla
Germania in mondovisione. Stessa cosa.
Tanto per cominciare, vorrei chiedere
– rivolto agli autori – chi, nel bacino di pubblico di Bonolis,
sia a conoscenza dell'opera di Terry Pratchett, citato testualmente
in apertura. Quanti, tra gli stessi, siano in grado di trascriverne
il nome. Ma soprattutto: CHI CAZZO È, Terry Pratchett?
(Primo errore.)
Gesticola, mima, produce onomatopee,
Bonolis. Sembra tornato quello degli esordi a Bim Bum Bam, quando
intratteneva i bambini.
Manson è già accomodato nello
studio. Ha il piede immobilizzato in un tutore. Visibilmente
ingrassato, è vestito, acconciato ed agghindato in maniera
improbabile - per non dire ridicola - per un ultracinquantenne.
Bonolis lo presenta ad un gruppo di
fans debitamente selezionato all'ingresso. Manson li definisce
“the beautiful people”. È una battuta che tradisce come
egli stesso stia intrappolato nel personaggio – riuscitissimo ed
artisticamente rilevante - incarnato più di 20'anni fa, oltre che in
una parte di repertorio altrettanto vetusta.
Supportato dall'interprete Mediaset,
il conduttore cita – debitamente cassato - il servizio di Rolling
Stone Italia curato da Liliana Colasanti.
(Secondo errore: l'intervista della
collega è superiore a quella che egli sta conducendo in evidente
affanno.)
“L'Italia è un paese di santi”,
sentenzia Bonolis. Risposta di Manson: “È anche il paese di
Fellini”.
(Terzo errore: l'intervista,
chiaramente non concordata, sta sfuggendo di mano.)
Non conscio dell'inarrestabile
discesa, Bonolis sconfina in terre a lui sconosciute, e trasforma il
titolo del disco di Manson da Heaven Upside Down a Even
Upside Down - errore
di pronuncia da licenza media.
Ride,
Bonolis. Le domande sono di così basso tenore che persino il suo
inconscio se ne libera.
Gli da del subumano chiedendogli se
“è vero” il suo apprezzamento per The Young Pope di
Sorrentino.
(Quarto errore: sta ricalcando
fedelmente l'intervista di Rolling Stone Italia.)
Ma intorno la metà, l'evidenza
prende il sopravvento. Marylin Manson non è ospite di Bonolis: è
Bonolis ad essere ospite di Manson – e con il buffetto sulla mano,
l'intervista muove come per magia a Monte Mario, alla trattoria
Bonolis.
Il quarto d'ora di passione ha quindi
termine con l'esecuzione, dal vivo, di Sweet Dreams - pietosa – ed
un imbarazzante selfie con Gianni Morandi.
Marylin Manson è un artista che, da
tempo, ha perso la propria rilevanza – risalente agli esordi e
protrattasi per circa un decennio. Era a quel tempo – al tempo di
Portrait Of An American Family – che avrebbe dovuto ricevere
questo invito e sentirsi porre – più o meno – queste domande. Ma
a quel tempo i canali Mediaset erano tutti impiegati nella promozione
di un'altra family: quella
del padrone. Più comodo ospitarlo
oggi: meno compromettente, più corretto, intruppato, milionario e
contribuente esemplare. Occasione persa. Peccato.
Quanto
a Bonolis... beh, sembra, semplicemente, che, da una parte, si
sopravvaluti un poco (è convinto di essere all'altezza di
intervistare un po' tutti); dall'altra, che non sappia rinunciare
nemmeno per un quarto d'ora al ruolo di protagonista e mattatore
incontrastato.
Bonolis
è l'ospite che non se ne vuole andare.
Ricorda
una persona che ricevette in mano le sorti del paese esattamente
nell'anno in cui Marylin Manson pubblicava il suo disco più bello ed
importante, Antichrist Superstar,
splendida registrazione per resa sonora, produzione e testi
contenuti.
Una
persona che ha in comune con Manson l'incapacità di comprendere che
il proprio tempo è passato. Che quanto va dicendo rientra nel
già-sentito, in una formulazione svuotata di credibilità proprio
dal suo abuso.
Indovinate
chi è?!
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