Vediamo di capirci, senza grandi giri di parole.
Per Vittorio Feltri, giornalista e direttore di Libero, se un'insegnante da alla luce un figlio il cui concepimento ha avuto luogo in sede di ripetizioni con l'allievo tredicenne (è accaduto in quel di Prato), quest'ultimo, semplicemente, si è fatto una sana scopata, né più né meno, e può ringraziare il cielo per lo straordinario anticipo con cui ha avuto accesso alle gioie terrene rispetto alla media dei coetanei. Questo quanto scritto, in soldoni, nel suo editoriale della domenica.
Punto.
Per Vittorio Feltri, giornalista e direttore di Libero, se un'insegnante da alla luce un figlio il cui concepimento ha avuto luogo in sede di ripetizioni con l'allievo tredicenne (è accaduto in quel di Prato), quest'ultimo, semplicemente, si è fatto una sana scopata, né più né meno, e può ringraziare il cielo per lo straordinario anticipo con cui ha avuto accesso alle gioie terrene rispetto alla media dei coetanei. Questo quanto scritto, in soldoni, nel suo editoriale della domenica.
Punto.
Pier Paolo Pasolini, che nella sua opera di poeta, scrittore, saggista, regista cinematografico e teatrale si confrontò spesso con il tema dello scandalo, visto sia come fenomeno sensibile che come oggetto di analisi, sosteneva che 'moralista' è colui che rifiuta non solo lo scandalo, ma anche, e soprattutto, il farsi scandalizzare, l'accettare di farsi scandalizzare.
Pertanto, in omaggio alla lezione pasoliniana, considerando me stesso come persona aperta allo scandalo, mi asterrò da un giudizio morale sull'uomo e sul professionista Feltri: se sono queste le fantasie che gli permettono di vivere l'esistenza come dotata di senso e foriera di gratificazioni, ben venga. La scelta e e ciò che ne consegue, umanamente e penalmente, sono affar suo e solo suo.
Dal punto di vista etico, invece, qualche giudizio va emesso.
Il nostro paese, è utile ricordarlo, è quello dove orge di lusso in stile Eyes Wide Shut hanno avuto luogo a livello governativo - e, più in generale, di potere - con una tracotanza ed una reiterazione tali da portarne le gesta in sede giudiziaria (il processo Bunga-bunga) con le conseguenze che sappiamo (a meno che non si legga Libero o Il Giornale). (Avendo appena citato Pasolini, è anche utile ricordare come egli avesse profeticamente previsto ed analizzato nelle sue nefande conseguenze proprio questo tipo di degrado etico del potere e dei suoi rappresentanti, nel film Salò O Le 120 Giornate di Sodoma, del 1975.). Pertanto, un così ampio spostamento del confine del lecito da parte della categoria che, piaccia o no, è ancora, per tradizione, quella da cui deve venire l'esempio, ha comportato tutta una serie di assestamenti nel campo dei costumi civili e politici che l'editoriale di Feltri, debitamente intitolato 'Una prof ha un figlio dall'allievo 14enne. Scandalo? Non direi.', ben rappresenta.
Prova di questo nuovo assetto etico, la candida lettura fattane stamane (10 marzo), durante la rassegna-stampa, da Angela Mauro dell'Huffington Post nostrano: senza, cioè, fare la benché minima piega. Come leggendo un pezzo sulla Festa dell'Unità o sull'Isola dei Famosi. E, quando richiamata ai propri doveri etici da un radioascoltatore disgustato, intervenuto telefonicamente, con l'aggiunta: "Caro signore: siamo in democrazia.". Capite? Capite quale pasta umana l'Ordine dei giornalisti ritiene adeguato al ruolo? Quale sia il concetto di democrazia che abita la testa di una professionista regolarmente iscritta all'albo?
Pertanto, in omaggio alla lezione pasoliniana, considerando me stesso come persona aperta allo scandalo, mi asterrò da un giudizio morale sull'uomo e sul professionista Feltri: se sono queste le fantasie che gli permettono di vivere l'esistenza come dotata di senso e foriera di gratificazioni, ben venga. La scelta e e ciò che ne consegue, umanamente e penalmente, sono affar suo e solo suo.
Dal punto di vista etico, invece, qualche giudizio va emesso.
Il nostro paese, è utile ricordarlo, è quello dove orge di lusso in stile Eyes Wide Shut hanno avuto luogo a livello governativo - e, più in generale, di potere - con una tracotanza ed una reiterazione tali da portarne le gesta in sede giudiziaria (il processo Bunga-bunga) con le conseguenze che sappiamo (a meno che non si legga Libero o Il Giornale). (Avendo appena citato Pasolini, è anche utile ricordare come egli avesse profeticamente previsto ed analizzato nelle sue nefande conseguenze proprio questo tipo di degrado etico del potere e dei suoi rappresentanti, nel film Salò O Le 120 Giornate di Sodoma, del 1975.). Pertanto, un così ampio spostamento del confine del lecito da parte della categoria che, piaccia o no, è ancora, per tradizione, quella da cui deve venire l'esempio, ha comportato tutta una serie di assestamenti nel campo dei costumi civili e politici che l'editoriale di Feltri, debitamente intitolato 'Una prof ha un figlio dall'allievo 14enne. Scandalo? Non direi.', ben rappresenta.
Prova di questo nuovo assetto etico, la candida lettura fattane stamane (10 marzo), durante la rassegna-stampa, da Angela Mauro dell'Huffington Post nostrano: senza, cioè, fare la benché minima piega. Come leggendo un pezzo sulla Festa dell'Unità o sull'Isola dei Famosi. E, quando richiamata ai propri doveri etici da un radioascoltatore disgustato, intervenuto telefonicamente, con l'aggiunta: "Caro signore: siamo in democrazia.". Capite? Capite quale pasta umana l'Ordine dei giornalisti ritiene adeguato al ruolo? Quale sia il concetto di democrazia che abita la testa di una professionista regolarmente iscritta all'albo?
Nell'editoriale in questione, Feltri ha sparato ad alzo-zero. Oltre alla conclusione riportata in apertura di questo scritto, il direttore di Libero sostiene che, se proprio si vuole contestare la condotta della frizzante insegnante, le si dovrebbe imputare la mancata assunzione di un'anticoncezionale che avrebbe di certo evitato la seccatura del riconoscimento e del conseguente mantenimento del piccolo. Per il resto, non ha ucciso nessuno, dice il nostro (ed anche qui va sottolineato lo sconcertante silenzio di Mauro, sebbene la versione di Feltri sia palesemente sessista e pure a ridosso della giornata della donna). Non è, questo, un perfetto esempio di irresponsabilità?
Mi è venuto subito da pensare che con un articolo così, nel North Carolina, per dirne una, quasi sicuramente finisci in galera. Ma questa è solo una considerazione marginale. Da noi non solo non ci finisci, in galera, ma è anche probabile ti venga tributato un bell'applauso. Questa sì è la vera conseguenza di vent'anni di berlusconismo: la quasi totale corruzione dei costumi che ha interessato la nostra società nella sua interezza, dalla politica all'informazione, dai cosiddetti opinionisti alla pubblica opinione.
"Lascereste mai vostra figlia di quattro anni con quest'uomo?", ironizzava Charles Bukowski, quasi certamente riferendosi a se stesso.
No. Non la lasceremmo, caro vecchio Hank.
Come non lasceremmo una qualsiasi testata giornalistica in mano ad uno come Feltri.
Ma quella era la California. Questa la Padania.
In conclusione: se leggi Libero e ti ci riconosci, te lo meriti.
Nessun commento:
Posta un commento