venerdì 22 luglio 2016

Live: Musica Nuda

MUSICA NUDA
Centro Eventi Il Maggiore
Verbania (VB)
20/07/2016
Della considerazione di cui gode Musica Nuda, il duo di Ferruccio Spinetti e Petra Magoni, è indice l'inserimento nel cartellone del Midsummer Jazz Festival di Stresa, a fianco di nomi del calibro di Jack Dejohnette, Carla Bley e Ray Hargrove, dichiarati dallo stesso Spinetti “i musicisti che io e Petra più amiamo ascoltare.”. (Premetto che questa, data la collocazione all'interno di un blog, è recensione redatta nei panni dello spettatore, e non del critico – figura, la prima, che però ben si addice a descrivere l'incanto, a tratti persino infantile, di un concerto di Musica Nuda, considerato che l'aspetto musicale è già stato ripetutamente e giustamente valutato nelle sedi specializzate).
Già ospiti a Verbania nel 2010, la rassegna li ha accolti nel nuovissimo centro eventi polifunzionale Il Maggiore, quasi a testimoniare, per mezzo di una sede appropriata, l'indiscutibile crescita artistica e consensuale di questa formazione (duole constatare, invece, la diversa considerazione da parte del capoluogo di provincia che, sei anni fa, fece suonare Magoni e Spinetti esattamente lì dove oggi poggiano le fondamenta de Il Maggiore, e che allora era un'area dismessa, all'aperto, malarica per il convergere sul luogo delle acque del lago e di un suo affluente, luogo periferico ed ai più invisibile).
Assistere ad un concerto di Musica Nuda, è un po' come trascorrere la villeggiatura sulle pendici di un vulcano attivo (non me ne voglia Ferruccio Spinetti, che è campano, e potrebbe vedervi qui un attacco alla Sgarbi/Salvini: non puoi apprezzare Musica Nuda se ami Sgarbi e Salvini). E questo per effetto, principalmente, della voce di Petra Magoni. Nel suo assoluto controllo del mezzo sonoro questa cantante nasconde una vitale, primitiva potenza lavica, pronta ad esplodere una volta a voce calda. Si contorce, si accascia, scalcia ritmica, avanza le pelvi e divarica le gambe, compiendo insomma ogni movimento consentito al fine di ottenere un parto fonetico ottimale - e riuscendovi. Personalmente non ho mai avuto esperienza dal vivo di una cantante come Petra Magoni. Quando la sentii, io, floydiano, sei anni fa, attaccare con la voce il solo di Another Brick In The Wall nello stesso registro utilizzato da Dave Gilmour con la chitarra, ebbi per un attimo la sensazione di trovarmi di fronte ad una mostruosità. La voce di Petra Magoni è materia che non abbonda, in ambito musicale. A parte il ventaglio di soluzioni vocali cui si è appena accennato, regala, dal vivo, le meraviglie – l'incanto – del verso sussurrato, dello scatting rapidissimo e leggero, dell'impennata in grado di ritrovare subito l'equilibrio dinamico adeguato al momento musicale. E del divertissement quando affronta la canzone anni trenta o le hits da varietà. Per chi è stanco di certe urlatrici nazionali – e chi scrive lo è -, Petra Magoni è antidoto e cura.
Avendo, per chiara scelta stilistica, ridotto la musica ai suoi minimi denominatori (una eliminazione di Gauss improntata artisticamente), l'accompagnamento di Ferruccio Spinetti è assolutamente all'altezza del progetto, incessante e sfiancante (lungi dal pretendere per sé pause esecutive, a metà concerto si è lanciato in un solo che chi scrive ha riconosciuto come variazione su Fragile di Sting), anche quando si limita ad un basso fondamentale. Poco rimane da fare, sullo strumento, dopo una prestazione così. È intonato (altro particolare non segretabile, in duo), con un suono pieno e rotondo. Italico.
Ciò che impressiona maggiormente, se già si è avuta esperienza di questa formazione, è la crescita musicale dei due (si tenga presente che si parla, qui, di valori millimetrici: giocandosi, questo incontro, ad un livello artistico alto e in una formazione impietosa quale il duo, è un po' come parlare del decimo di secondo sul quale si stabilisce un record mondiale ai giochi olimpici. O della differenza che passava tra i Lakers di Magic Johnson e i Bulls di Jordan).
Intrattiene il pubblico per un'ora e mezza ininterrotta, Musica Nuda. L'incanto cui si è fatto riferimento in apertura, consente magicamente di distogliere la nostra inconscia attenzione dagli orrori macroscopici di questi tempi, dalla Promenade des Anglaise al Bataclan, passando per il dramma non trascurabile dell'essere giovani nella Turchia anno 2016.
Ecco perché musica Nuda è una realtà musicale di nicchia: antepone la bellezza e la sofisticatezza – rara – di una cosa piccola al conturbante rappresentato da tutto quanto è facile urlare, enfatizzare pubblicamente, esagerare ed esibire. Ha la raffinatezza di un piccolo cristallo, opposto ai falsi, volgari bassi profili fatti di smoking bianco con sombrero.
E perché sono italiani purosangue.

Da sentire.

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