domenica 12 agosto 2018

CRIMINAL TOP 10. Dieci canzoni da perseguire penalmente.


Riconoscere un'opera di buona fattura, in musica, non è impresa facile. Richiede profonda conoscenza della materia, attenti, ripetuti ascolti e grande sensibilità.
In presenza di capolavori (evento raro), la ricognizione si fa ulteriormente complessa, sconfinando in un territorio destinato a pochi eletti.
È illusione tipica del principiante, credere una sinfonia di Brahms, per esempio, come formalmente più semplice, lineare, easy-listening, di una qualsivoglia opera di autore contemporaneo. Richiede, invece, lo stesso sforzo, lo stesso impegno ed altrettanta competenza, che, se assenti, rendono il suo l'ascolto – ogni ascolto - un semplice passatempo, un'assimilazione musicale passiva non dissimile a quella di supermercati, pubs ed altri luoghi pubblici.
Se debitamente affinata, però, una simile facoltà può elargire al singolo momenti di piacere, al limite con l'estasi, assai rari nella vita di tutti i giorni, ed inoltre dotarlo di una sorta di sistema immunitario supplementare in grado di opporsi alla fuffa musicale che la digitalizzazione ha reso dilagante – quando non addirittura imperante.
Ed è per potenziare quest'ultima caratteristica che SALA COLLOQUI ripropone, a due anni di distanza dalla prima top-ten, le...
DIECI CANZONI DA PERSEGUIRE PENALMENTE

10 - Come On To Me (Paul McCartney)

Qualcuno ha ricordato a Sir Paul che i Beatles si sono sciolti nel 1970, e che il mese scorso ha compiuto 76 anni? Perché a giudicare dall'ultimo singolo il nostro sembra essersi fermato, musicalmente e testualmente, ai tempi gloriosi che precedettero quel fatidico aprile. Ascoltare per credere. Capo d'imputazione: plagio.
9 - Learning To Fly (Pink Floyd)
Orfani dei padri fondatori, Syd Barrett e Roger Waters, ma legalmente determinati a sfruttarne il marchio, i fanalini di coda Gilmour, Wright e Mason pubblicarono un disco capace da solo di rovinare un'intera carriera. Learning To Fly, presentato come singolo rappresentativo dell'intero lavoro, era in realtà la Nemesi per l'allontanamento forzato del grande Waters. Il resto è cronaca giudiziaria. Capo d'imputazione: lesioni aggravate.
8 – Wind of Change (Scorpions)
Il muro di Berlino era appena crollato. Una band tedesca non poteva quindi che illudersi in tal senso più di noi tutti. Ma sfruttare l'evento in maniera così strumentale e pure con un fischio del cazzo alla Morricone è davvero troppo. Questi sono avanzi serviti à la carte, con i quali i membri degli Scorpions si comprarono le rispettive ville in contanti. Capo d'imputazione: circonvenzione d'incapace.
7 – Oh, Vita (Jovanotti)
Uno stronzo è una persona che tendenzialmente scherza sul dolore altrui. All'apice del successo, e non pago di averlo ottenuto nonostante i demeriti, 'il Lorenzo' celebra così quella stessa vita che tiene nella difficoltà milioni di italiani da anni. E lo fa con una bella strimpellata di chitarra e quattro parole improvvisate. Alla faccia vostra. Capo d'imputazione: appropriazione indebita.
6 – Voglio Andare A Vivere In Campagna (Toto Cutugno)
Desiderio condivisibile, ma inverosimile se espresso da un saltimbanco che in città ha realizzato lauti guadagni senza peraltro soffrirne mai. In un paese che ancora oggi registra una forte immigrazione interna, nulla ha più presa sull'ascoltatore imberbe di un inno ai campi. Senza omettere quel tocco latino che tanto fa presa su certi coattoni sudamericani. Capo d'imputazione: falso in atti d'ufficio.
5 – Le Canzoni (Jovanotti)
Se la ride e se la canta, il Lorenzo nazionale. Forte di un successo senza barriere, con questo brano ha persino l'ardire di prendere le difese dei propri, tanti limiti autorali. “Le canzoni non devono essere belle” è davvero un verso che tradisce tutta la stronzaggine del Jovanotti. Capo d'imputazione: apologia di reato.
4 – Il Ballo Del Qua-Qua (Al Bano & Romina Power)
Quando si resero conto che il loro pubblico si era ormai appropriato di Creep, i Radiohead smisero di eseguirla per oltre vent'anni. Questa coppia 'de noantri' ha invece dato prova di una mancanza di pudore che farebbe invidia a Rocco Siffredi, suonando questa merda in ogni momento – basta pagare – dall''82 ad oggi. Capo d'imputazione: crimini contro l'umanità.
3 – Se Mi Lasci Non Vale (Julio Iglesias)
Se ci si concentra un poco, cercando d'immaginare quale tipo di musica può ascoltare un pappone di Porto Cervo tra un lenocinio e l'altro, questa canzone ne rappresenta la colonna sonora perfetta. Bagnate tutte le mutandine della seconda metà dei '70, il suo successo terminò in una clonazione: Enrique Iglesias. Capo d'imputazione: molestia sessuale.
2 – Do They Know It's Christmas? (Band Aid)
Per fortuna gli italiani ancora oggi hanno problemi serissimi con la lingua Inglese. Figuriamoci nell''84! Avessero capito i contenuti di questa canzone, sarebbero probabilmente tornati tra le braccia di Sandy Marton. Con questo brano Band Aid inaugurò la grande tendenza planetaria del charity concert, mega-evento capace di sposare qualsiasi causa senza portare beneficio ad alcuna, aumentando però a dismisura la visibilità degli artisti coinvoltivi. Capo d'imputazione: traffico di esseri umani.
1 – We Are The World (USA For Africa)
Invidiosi come bambini viziati dei lauti guadagni realizzati oltreoceano, Michael Jackson e soci non si fecero attendere, pubblicando, un anno più tardi, questa ciofeca, di nuovo facendo leva sul ricatto della pietà. Anche questo consesso di benefattori della domenica riuscì nell'intento di godere della massima visibilità, senza dover rendere conto del fiume di soldi destinato ai poveri. L'Africa non è mai uscita dalla carestia. Neanche allora. Capo d'imputazione: truffa aggravata.