venerdì 8 aprile 2016

Slipknot

“[…] dobbiamo rassegnarci a ritrattare un principio per il quale ci siamo sempre battuti: il rifiuto della pena di morte. […] Questi non sono uomini. Sono belve. E come belve vanno trattate. Di qualunque colore siano.”
Queste parole, scritte all'indomani della strage di Bologna da Indro Montanelli, ben si adattano alla difficile situazione odierna di noi europei. Mi riferisco all'emergenza generata dal terrorismo – e, nello specifico, ai fatti di Parigi e Bruxelles, ma anche di Ankara ed Istanbul (può non piacere, ma si ricordi che la Turchia è paese candidato all'ingresso nell'Unione Europea). Ben si adattano, poi, ad una emergenza di carattere più circoscritto, sovente sconfinante nel personale: l'emergenza criminalità.
È di giorni fa (31 marzo) la notizia della cattura da parte dei Carabinieri della banda che per mesi ha terrorizzato il saronnese, con aggressioni a colpi di mannaia (!) finalizzate alla rapina. Il fatto mi tocca da vicino perché, in questo caso, uno degli aggrediti risulta essere un conoscente. Non scenderò nei dettagli della vicenda, non occupandomi io di 'nera'. Penso non ci voglia molto a realizzare cosa comporti l'essere aggrediti di sorpresa, la sera, di ritorno dal lavoro, disarmati ed in inferiorità numerica. A colpi di mannaia, signori. Shock. Paura. Dolore. Umiliazione. Nel caso in questione, le conseguenze di lesioni gravissime.
Sono stati presi. Sei. Giovani, clandestini, usi a delinquere. Come tanti Bellodi, anche i bravi Carabinieri che hanno portato a termine l'operazione tratteranno i catturati come stabilito dalla legge, astenendosi da iniziative personali. Si possono facilmente immaginare i commenti che la vicenda ha generato al suo epilogo. Pertanto non li riporterò né in calce né tramite collegamento alle pagine social che li ospitano. La domanda che ora si pone è: quale trattamento va riservato a questi criminali?
'NEXT STOP IS: LONDON TOWER!'

Fino al 1964, la Torre di Londra, oggi luogo di attrazione turistica, è stata la sede ufficiale – e simbolica – delle esecuzioni capitali nel Regno Unito. Centotrentatrè esecuzioni dal 1388 alla data sopracitata, per mezzo di tecniche quali: fucilazione, decapitazione, rogo, annegamento. Nel ventesimo secolo il patto sociale tra lo stato britannico ed il cittadino è stato grossomodo il seguente. Io, stato, per il mantenimento dell'ordine pubblico, rivolgo a te, cittadino, la mia tutela per mezzo del bobby, quale rappresentante della legge. Detto rappresentante si rapporterà a te disarmato, non in grado di offendere, e quindi non belligerante. La tua risposta, cittadino, dovrà avvenire con le stesse modalità. Pertanto ogni aggressione nei confronti di un bobby comporterà la pena capitale per l'aggressore. Chiaro. Poi giunse la Swingin' London, i Beatles divennero quelli di Rubber Soul, un avvocato di nome Peter Benenson si ritrovò a capo di un movimento successivamente conosciuto come Amensty International, i figli dei fiori all'orizzonte. Non era più tempo per tirare colli in nome di Sua Maestà. The end.
La cultura non migliora né modifica gli esseri umani. Sono effetti, questi, che essa esercita esclusivamente sui convertiti, su chi, cioè, ha già operato in sé una scelta culturale. È verificabile quotidianamente. Sono così liquidate tutte le prediche sul recupero da esercitarsi sui criminali efferati in regime di carcerazione. Una persona a me vicina, che di queste cose ne sa, dei sei ospiti di cui sopra ha detto: “questi sono psicopatici”. Quale l'utilità, quindi, ad inserire nel sistema carcerario nazionale figuri di questo calibro? Certo: è probabile che io per primo, chiamato all'ipotetico dovere dell'esecuzione, non abbia la forza e il coraggio per issare il condannato. Incapacità che, culturalmente parlando, ci porta alla figura controversa del conte De Maistre, uomo coltissimo e teorico della figura del boia. “Ogni grandezza, ogni potere, ogni subordinazione dipendono dal boia: egli è l'orrore e il legame dell'associazione umana”, scriveva. De Maistre è considerato dai più come il generatore del pensiero alla base dei fascismi del ventesimo secolo – ruolo successivamente imputato al pensiero di Friedrich Nietsche. Vero o forzato che sia tale giudizio, De Maistre aveva colto nel segno – ed aiuta noi a fare altrettanto.
AMARCORD
Qualcuno di voi, probabilmente, conserva di chi scrive un ricordo di gioventù, quando questi predicava a favore della moratoria sulla pena di morte, sostenendo le azioni di Amnesty International.
A riguardare quel giovane, provo tenerezza, ma nessun rimorso. Ci ho creduto. Non mi ero ancora scottato con le cose della vita. La riflessione era limitata, e l'istinto galoppante.

Aveva ragione Montanelli: siamo tutti costretti a rivalutare i nostri princípi, a ricrederci. E dolorosamente. 'Il Direttore' esplicitò allora la propria soluzione in totale onestà. Quali io ritenga siano, o debbano essere, gli esiti di tale, necessaria revisione oggi, penso lo si possa intuire.